Operazione all'anca
L’anca è una delle articolazioni maggiori del corpo umano. L’anca è la regione anatomica che unisce il tronco ed in particolare la sua regione pelvica alla coscia e quindi all’arto inferiore. E’ un’articolazione che grazie alla capacità del femore di muoversi di 360 gradi all’interno dell’acetabolo e di ruotare di circa 90 gradi attorno al suo asse ci permette di camminare, correre, saltare ed eseguire tutti i movimenti delle gambe che quotidianamente facciamo.
Più in dettaglio per “anca” si può intendere l’articolazione dell’anca, nota anche come articolazione coxofemorale, ovvero l’articolazione tra il cotile dell’osso iliaco e la testa del femore. La superficie articolare del cotile (o acetabolo) è costituita da un anello fibrocartilagineo incompleto a forma di “C”; la sua superficie è liscia e ricoperta da cartilagine articolare ialina, che risulta più spessa ove la pressione del peso corporeo in posizione eretta è maggiore, cioè dove la sua superficie risulta più ampia. La testa del femore ha una forma sferoidale in gioventù (circa i 3/4 di una sfera), ma diviene con l’avanzare dell’età sempre più sferica e possiede una curvatura inversa rispetto all’acetabolo, con la quale si articola; la sua superficie ossea è liscia ed è completamente rivestita da cartilagine articolare ialina, più spessa al centro che ai margini ed in generale dove essa subisce un maggior carico.
Tutta la superficie esterna dell’articolazione coxo-femorale dell’anca è ricoperta da una spessa e robusta capsula fibrosa. L’articolazione coxo-femorale presenta inoltre cinque legamenti, che influiscono sulla stabilità articolare con movimenti di estensione e rilassamento: ileofemorale, ischiofemorale, pubofemorale, rotondo del femore e acetabolare trasverso. Una guaina sinoviale riveste tutta la superficie interna della cavità dell’articolazione coxo-femorale. Può capitare che il corretto funzionamento articolare delle nostre anche venga compromesso in maniera più o meno grave.
Ciò può verificarsi come conseguenza del naturale processo di invecchiamento del corpo umano oppure in conseguenza di traumi dovuti a gravi incidenti ma talora anche a una semplice caduta oppure a patologie di origine reumatica, metabolica o di origine congenita. Nei casi meno gravi si può ricorrere alle terapie conservative (fisioterapia, onde d’urto, trattamenti termali, ecc) associate alle terapie farmacologiche (FANS, infiltrazioni di acido ialuronico) ma essendo l’anca un’articolazione che viene sottoposta a continue sollecitazioni che possono portare ad un graduale processo di usura, può rendersi necessaria un’operazione all’anca .
Quando questa compromissione del funzionamento articolare si aggrava ed è accompagnata da dolore cronico e da compromissione della normale attività deambulatoria con conseguente grave decadimento della qualità di vita si consiglia l’intervento chirurgico di protesi all’anca.
Trattamenti di displasia all'anca
La displasia all’anca (DCA) è una malattia congenita che si manifesta nei bambini: solitamente l’anca, un’articolazione di forma sferica, si inserisce saldamente nella coppa acetabolare, grazie all’estremità superiore del femore. Nei bambini, che nascono con questo tipo di patologia, l’anca non si è formata correttamente e non è saldata al femore. In questo caso, è opportuno svolgere un intervento di chirurgia conservativa dell’anca non protesica, se non si riscontra nessun tipo di beneficio con l’uso di un tutore o una fascia.
Trattamento di lussazione congenita dell'anca
Una delle patologie più frequenti nei bimbi, la lussazione congenita dell’anca nei casi lievi, si cura con un semplice cuscino divaricante da applicare nei pannolini. Nei casi più seri, si ricorre alla flessione delle anche con abduzione. La chirurgia conservativa dell’anca non protesica avviene con un release dei muscoli adduttori, seguita da una trazione dell’arto per riportarlo nel proprio asse. La successiva ingessatura servirà a mantenere l’anca in flessione-abdussione.
Trattamento dell'artrosi dell'anca: primitiva e secondaria (coxartrosi)
In presenza di coxartrosi dell’anca, la cartilagine della testa del femore tende all’usura e fa sì che la cavità del femore non si articoli. Si parla di artrosi primitiva dell’anca, con dolore cronico e difficoltà nei movimenti. Se oltre alla cartilagine, l’usura si estende anche ai tessuti, i sintomi dell’artrosi peggiorano, divenendo di tipo secondario, esponendo l’osso sottostante e provocando degli addensamenti, gli osteofiti. Questa usura fa sì che i muscoli si retraggano: urge lo svolgimento di un intervento di artroprotesi all’anca, che può essere di tipo mini-invasivo, con la sostituzione dell’anca malata, grazie a impianti protesici di metallo, ceramica o plastica.
Protesi all'anca totale
Nei casi più gravi, viene impiantata una protesi all’anca totale che sostituisce l’osso danneggiato, la testa del femore e l’acetabolo, anche la cartilagine sarà rimossa e sostituita con impianti protesici artificiali. Si praticherà un’incisione laterale e viene inserito lo stelo metallico, “saldato” con viti e cemento, per aumentare la tenuta della protesi metallica.
Chirurgia di revisione dell'artroprotesi all'anca
Con l’applicazione della protesi all’anca, viene consigliato al paziente di evitare movimenti bruschi, che possono provocare la lussazione dell’anca operata. Nel periodo post-operatorio, è possibile che avvenga uno scollamento dei principali componenti della protesi, dove la testina protesica esce dalla sua sede, a causa di un movimento dell’articolazione. Si ricorre così alla chirurgia di revisione delle artroprotesi all’anca per riportare la protesi in sede e non incorrere in danneggiamenti ossei.
Protesi d'anca mininvasiva: la chirurgia protesica computer assistita
La chirurgia protesica computer assistita è una tecnica all’avanguardia che si avvale dell’utilizzo di uno speciale navigatore per l’ortopedia che trasmette in tempo reale al chirurgo informazioni su come operare per il raggiungimento di una ricostruzione geometrica di massima precisione nella tecnica di inserimento di protesi d’anca mininvasiva. In questo modo il posizionamento della protesi risulterà assolutamente preciso.